Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
stato assalito per una scala stretta ed allo scuro da piú individui. V'era stato un parapiglia, avea sentito i pugnali scalcinar le mura intorno
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
non potendo, per il suo impiego, fare lunghe assenze da Roma, vi ritornò presto colla sua famiglia. Don Filippo, che non l'avea voluto mai vedere
Racconti, leggende e ricordi della vita italiana (1856-1857)
al paragone quella del pio Enea poteva dirsi indifferenza. Siccome però non avea potuto mostrarsi mai con eguale evidenza durante la vita del vecchio